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La svendita delle idee

Ho pensato diverse volte come cominciare questo blog e credo che postare questa lettera aperta, scovata sul sito dell'Ordine degli Architetti di Trento, sia il modo migliore. Si tratta di un'interessante riflessione sul ruolo dell'architetto e dei concorsi di idee, questi ultimi spesso solo pretesti da parte delle amministrazioni per "rubare" idee per i propri progetti urbani.

LA SVENDITA DELLE IDEE

La recente delibera dell’amministrazione comunale di Borgo Valsugana, che affida l’incarico a due tecnici locali (uno interno ed uno esterno) per la progettazione della «riqualificazione delle piazze del centro storico del paese» facendo sintesi dei progetti vincitori del concorso di idee indetto all’inizio del 2012 è il triste epilogo di una procedura concorsuale nata male, ed un brutto esempio di svendita delle idee e svilimento della professione di architetto.

Spesso i comuni utilizzano il concorso di idee per raccogliere proposte e suggestioni per porzioni di città la cui definizione abbisogna di impulsi creativi. E fin qui tutto bene. Un concorso aperto, senza eccessivi vincoli ed indicazioni, permette ai professionisti di dare sfogo alla propria creatività ed, allo stesso tempo, alle amministrazioni di raccogliere idee e suggerimenti, spesso interessanti e, a volte, anche sorprendenti ed inattesi.

Rimane però evidente che chi partecipa lo fa nella speranza che vi sia un possibile sviluppo del progetto, con un successivo incarico per poter realizzare l’opera. Questo è lo spirito del concorso, e questo è ciò che la normativa dei lavori pubblici permette. Questo è inoltre quello che convince progettisti e studi professionali ad investire tempo e risorse in una gara progettuale.

Detto ciò, sarebbe comunque preferibile l’utilizzo del «concorso di progettazione» (e non «di idee»), perché prevede cioè fisiologicamente l’incarico al progettista vincitore. Per questo è necessario che la committenza abbia le idee chiare e che vi siano un bando serio ed una commissione competente. È questa, infatti, la via maestra per l’assegnazione degli incarichi pubblici: una valutazione delle «offerte progettuali» effettuata sulla base di reali soluzioni architettoniche e tecniche per l’individuazione del progettista a cui affidare la realizzazione di un’opera.

Tornando al caso di Borgo Valsugana, per il progetto delle piazze è stato bandito un concorso di idee nel cui bando erano chiare ed evidenti le intenzioni dell’amministrazione che possono essere banalizzate (ma non troppo) nello slogan «voi ci date le idee e poi noi ci arrangiamo». Valutato il bando, come Ordine degli Architetti della Provincia di Trento, abbiamo immediatamente diffuso un comunicato per sconsigliare la partecipazione a tutti i colleghi. Questo è il nostro unico strumento per promuove un uso serio e costruttivo dello strumento del concorso. Purtroppo, visto il periodo di grave crisi economica e quindi di opportunità lavorative, molti colleghi si «abbassano», loro malgrado, ad assecondare richieste poco dignitose. Il risultato è quindi che molti professionisti hanno lavorato per fornire idee da cui ora il Comune, attraverso i tecnici incaricati, liberamente attinge per la definizione definitiva del progetto. Una modalità certamente non illegale ma decisamente poco seria, opportunistica ed eticamente molto discutibile.

Nonostante questa triste ed amara vicenda, credo sia importante evidenziare che il ruolo dell’architetto nella nostra società, non è solamente quello di un burocrate che porta a compimento iter autorizzativi o quello di chi fornisce velocemente, e a buon mercato, «idee» e proposte progettuali. Siamo e vogliamo continuare ad essere soggetti pensanti e capaci, professionisti che con il proprio lavoro tecnico e di ricerca contribuiscono in prima persona alla costruzione di una città migliore.

Alberto Winterle

Presidente Ordine Architetti PPC della Provincia di Trento

Trento 28.02.2013

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